17 Gennaio 2025 13:40

Negli ultimi due anni, l’emergere dell’intelligenza artificiale generativa ha portato a una crescente attenzione al concetto di “etica”. Dal lancio di ChatGPT, si parla sempre più di etica nel contesto del digitale e dell’intelligenza artificiale. Espressioni come “mettere l’uomo al centro” e “human in the loop” sono diventate frequenti, riflettendo la necessità di rispondere alle sfide tecnologiche con una maggiore consapevolezza culturale.

Sorprendentemente, questo dibattito coinvolge principalmente filosofi piuttosto che tecnologi. Nomi come Luciano Floridi, Paolo Benanti e Cosimo Accoto emergono come punti di riferimento in Italia. Questi pensatori non si limitano a scrivere saggi, ma portano le loro riflessioni anche in forme innovative. Luciano Floridi, ad esempio, ha creato un vero e proprio “spettacolo” teatrale, intitolato “Orbis – L’unicità dell’essere umani dopo l’IA”, che riflette sull’essenza dell’uomo nell’era dell’intelligenza artificiale. Inoltre, i suoi studenti a Yale hanno sviluppato un chatbot, il LuFlot-bot, basato sulle sue opere, che permette di dialogare con i suoi concetti attraverso prompt.

I rapporti sull’intelligenza artificiale e l’etica

Settembre 2024 ha visto la pubblicazione di importanti rapporti che sottolineano la necessità di un approccio etico verso l’IA. Tra questi, i framework Unesco sull’intelligenza artificiale per studenti e docenti e il Global Digital Compact dell’ONU. Di particolare rilievo è il rapporto del Comitato consultivo dell’ONU sull’intelligenza artificiale, pubblicato il 19 settembre, intitolato “Governare l’intelligenza artificiale per l’umanità”. Questi documenti ribadiscono l’importanza di una governance etica che tenga conto delle persone come fine ultimo del progresso tecnologico.

In parallelo, Paolo Benanti, membro del Comitato consultivo dell’ONU, ha pubblicato insieme al filosofo Sebastiano Maffettone il libro “Noi e la macchina. Un’etica per l’era digitale”, dove la tecnologia viene vista come una trasformazione sociale che richiede una guida etica per garantire che il progresso sia a beneficio di tutti. Questo concetto riecheggia le riflessioni di Papa Francesco, che nella sua enciclica Laudato Si’ critica il paradigma tecnocratico e introduce il concetto di algoretica, ossia l’etica degli algoritmi.

L’educazione civica e l’intelligenza artificiale

Nel contesto italiano, il Ministero dell’Istruzione ha avviato una sperimentazione biennale in 15 classi con l’utilizzo dell’assistente virtuale basato su Gemini di Google. Tuttavia, permangono contraddizioni nel quadro normativo sull’uso degli strumenti digitali a scuola, come sottolineato dall’articolo di Reginaldo Palermo su Tecnica della Scuola. Il Ministero propone, da un lato, l’adozione di strumenti di intelligenza artificiale per personalizzare l’apprendimento, ma dall’altro sconsiglia l’uso di smartphone e tablet, creando confusione sulla differenza tra i due dispositivi.

La sfida dell’autonomia

Mentre il dibattito su come integrare l’IA nelle scuole continua, emerge la necessità di una riflessione autonoma e critica. Gli studenti, oggi, utilizzano strumenti come ChatGPT per ottenere risposte rapide, ma resta cruciale insegnare loro a distinguere tra risposte corrette e possibili “allucinazioni”. Questo porta alla necessità di educare alla consapevolezza critica e all’etica nell’uso della tecnologia.

Il professor Paolo Benanti osserva che spesso, quando si parla troppo di etica, è perché l’etica stessa è assente. Questo potrebbe essere il caso dell’intelligenza artificiale: una tecnologia che rischia di avanzare troppo rapidamente rispetto alla nostra capacità di comprenderla e di guidarla con valori etici solidi.

Educazione Civica in diretta

Il 10 ottobre, in un incontro organizzato da Tecnica della Scuola, si discuterà di intelligenza artificiale con esperti come Aluisi Tosolini e Daniele Di Frangia, oltre a rappresentanti del mondo scolastico come Jessica Niewint-Gori e Laura Biancato. L’evento segnerà l’inizio di una serie di incontri mensili sull’educazione civica, mirati a promuovere una riflessione critica sulle sfide digitali e civiche contemporanee.

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Luigi Pirandello

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